Tutto cominciò quel lontano pomeriggio dove la pioggia si era resa complice a complicare un po’ tutta la giornata.

Era il mio primo campo estivo ed ero la persona più felice del mondo, aspettavo da più di un anno questo momento e viverlo finalmente per la prima volta mi rendeva entusiasta anche del cosa più banale che potesse capitare.

Durante un campo estivo si mettono in pratica tutte le conoscenze imparate durante tutto l’anno. Ciò non è da poco perchè chi è alle prime armi ha sempre qualche difficoltà in più.

Bisogna lavorare insieme, deve persistere il rispetto e la collaborzione se no la pattugila o addirittura l’intero reparto non può funzionare. Mi sento davvero fortunata, perchè sono in un’associazione fantastica e insieme riusciamo a fare tantissime cose e a divertirci sempre tanto.

In un campo estivo si fa a gara per il posto migliore in tenda, c’è a chi capita quello troppo in pendenza, quello esattamente sopra una pietra o chi ha la fortuna di avere l’unico posto dritto sull’erba; però la sera, se, premetto, non si è i soliti casinisti. Si possono sentire il canto dei grilli e lecicale molto cullanti, il fruscio del vento o semplicemente le chiacchiere dei tuoi amici nella tenda accanto.

Una delle cose uniche di questa grande esperienza è la veglia alle stelle, un’intera notte in cui le stelle ci tengono compagnia e i nostri pensieri riempono i folgi di carta di tante emozioni.

Che campo estivo è senza l’Hebert???

Eh sì, un vero proprio divertimento, dove puoi mettere alla prova la tua resitenza, i tuoi muscoli e la voglia di divertirsi e di sporcarsi “un po”!

Poi ci sono sempre dei momenti di tensione come la temuta ispezione, di cui non c’è da aver paura, l’importante è essere puliti e ordinati che fidatevi NON è un’impresa impossibile.

Non dimentichiamoci gli Hike! Queste lunge camminate con lo zaino pesante che ti fanno venir voglia di dire:- ora basta, io mi fermo qui!-

Ma, e qui c’è proprio un ma, l’Hike è uno dei momenti migliori per chiacchierare con la pattuglia o per ammirare il meraviglioso paesaggio che si può scorgere tra le alte montagne, l’arcobaleno dopo la pioggia, il tramonto dopo una lunga camminata o camminare lungo i strettissimi tornanti.

Ma quando arrivi alla meta, quando finalmente ti siedi appoggiando lo zaino, beh là, in quel mometo, puoi dire:- ce l’ho fatta!-.

Una cosa che non si può proprio dimenticare è il fuoco, in particolare il grande fuoco di bivacco finale, il Big Fire.

Esso è l’ultimo fuoco, ciò che racchiude le due settimante di avventure, emozioni, difficoltà, dispiaceri e via dicendo; è anche il fuoco dove si salutano quelli che hanno terminato il loro percorso in quella branca ma che lo proseguiranno con ragazzi della loro età.

É da ricordare che ogni campo è diverso, non ce ne sarà mai uno che sarà uguale, perchè la gente cresce, cambia, se ne va e perchè se no non è più il campo estivo dell’ASSG.

Beh, il mio campo estivo è stato qulacosa si indescrivibile, potrei stare ore per raccontare dettaglio per dettaglio tutto quello che è capitato bello o brutto che sia.

Vorrei chiudere tutto questo dicendo che la vita è una sola ed è un attimo in cui si gioca l’eternità.

Alice C.

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